Materiali
per Operatori del Benessere Immateriale
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Il volto e la voce del tempo di
Ayres Marques
La Fotografia Terapeutica in Animazione |
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I giovani cercano limpossibile e, generazione dopo generazione, lo conseguono.(Anonimo) 2. Vecchietti dItalia Che cosa dicono gli esperti? Il Professor Antonio Golini, docente di Demografia alla Sapienza di Roma, durante unintervista al programma Radio 3 Scienza, ha presentato alcuni dati che ci possono aiutare a riflettere sulla questione dellinvecchiamento della popolazione italiana. LItalia è stato il primo paese nella storia dellumanità (questo è successo nel 1987 circa) in cui il numero degli ultra sessantenni sorpassa il numero dei giovani con meno di ventanni. LItalia oggi è il paese più vecchio al mondo, secondo le statistiche dellONU. Un quarto della popolazione ha più di sessantanni, mentre solo il quindici per cento ha meno di quindici anni. LItalia ha raggiunto unetà media tra le più alte al mondo. Laspettativa di vita è di settantasette anni per gli uomini e di ottantadue per le donne. Questo è il risultato di alcune vittorie importanti della civiltà. La più importante è quella contro la morte precoce la mortalità infantile, per esempio, è passata dal cinquanta per mille al quattro per mille nel giro di pochi decenni; e anche la mortalità adulta per causa naturale si è drasticamente ridotta. Il successo straordinario rappresentato da queste conquiste diventa però un problema, data la rapidità con cui questa trasformazione demografica è avvenuta. La società odierna non ha avuto il tempo di metabolizzare questa trasformazione, di adeguare se stessa e la sua economia a questa nuova realtà. Gli studiosi dellinvecchiamento sono concordi nel sottolineare limportanza dellaspetto culturale per la trasformazione in positivo del ruolo dellanziano nella società. Con altre parole, la Professoressa Elisabetta Cioni nel suo libro Solidarietà tra Generazioni ribadisce lo stesso concetto, affermando che uno dei problemi principali del profondo e rapido mutamento che ha investito nel nostro tempo la struttura per età delle popolazioni dei paesi sviluppati è proprio il ritardo culturale con cui affrontiamo i fatti dellinvecchiamento: ci manca la conoscenza necessaria per comprendere quello che stiamo vivendo. Giovanni Nervo in Anziani: problema o risorsa? ci invita a vedere la questione della Grande Età non solo dal punto di vista problematico ma anche come una possibile fonte di risorse che spesso viene tralasciata. Linvecchiamento della popolazione, la crisi economica, il giovanilismo della cultura occidentale stanno progressivamente creando una sacca di emarginazione che significa sofferenza, abbandono, ma anche spreco di risorse. Se la soluzione del problema richiederà investimenti in campo sociale e sanitario, non vi si potrà tuttavia arrivare senza un diverso approccio culturale alla terza età. Il cambiamento di significato della parola vecchi rispecchia molto bene il tipo di trasformazione che si è operato allinterno della società. Il Professor Fabrizio Rossi Prodi in Nuove residenze per gli anziani osserva che la civiltà contemporanea ha prodotto un cambiamento di significato di questo termine (vecchio), operando una trasformazione in modo strisciante, così che un termine sinonimo di una realtà complessa, ma assai dignitosa è stato sospinto ai margini del linguaggio comune, ed identificato con una condizione decisamente negativa. Questa operazione trova corrispondenza ed analogie anche nelle lingue straniere, in cui il termine vecchio viene sempre più spesso sostituito dal termine più tecnico e asettico di anziano.Giocando con questi due termini, Marcello Mastroianni una volta ha affermato: Non mi sento vecchio, al massimo leggermente anziano. La Professoressa Aurelia Florea in Anziani e Tempo Libero ci avverte che il cambiamento strutturale che viviamo oggi e che comporta un diverso equilibrio tra i gruppi di età, non può avvenire in modo indolore, senza ripercussioni sullintera organizzazione sociale, senza trasformazioni profonde anche di carattere culturale che porta lo svilupparsi di nuovi ruoli, di un diverso atteggiamento verso il problema delletà in genere e delletà avanzata in particolare, di strutturazione di nuove identità, di nuovi stili di vita in funzione di capacità ed esigenze dei vari gruppi di età, di nuovi rapporti interpersonali e sociali, di diverse alleanze e tensioni intergenerazionali. E conclude lautrice: perché il tempo libero diventi, anche per anziani e vecchi, un tempo di vita partecipativa per una realizzazione integrata del personale e del sociale, deve essere inserito in una politica globale di servizi e si deve sviluppare con programmi e strutture flessibili, con circolarità di interventi, con continue verifiche attraverso costanti rapporti con il territorio e confronti con i bisogni emergenti individuali e sociali, utilizzando e stimolando tutte le risorse individuali e sociali disponibili. La civiltà occidentale moderna, che è essenzialmente materialista, è riuscita ad aggiungere anni alla vita delle persone; adesso spetta alla società post-moderna, post-industriale, post-materialista la sfida di aggiungere vita agli anni degli esseri umani. In questo contesto,
seguendo il consiglio di Lao Tzu che ci invita ad accendere una candela
invece di maledire il buio, il progetto Il Volto e la Voce del Tempo
intende stimolare le persone di diverse generazioni a riflettere
sul tempo, che fugge irrimediabilmente, sulla vecchiaia
o Grande Età, sui rapporti tra generazioni, ponendosi delle domande,
cercando delle risposte e creando delle iniziative che possono contribuire
a far sì che la società sia allaltezza delle sfide che il progresso
materiale stesso le ha lanciato. Se
vuoi vivere sano e lesto fatti vecchio un po più presto. (Anonimo) A colloquio con il più anziano dItalia (1990) di V. Nicita-Mauro* Poter parlare con un ultracentenario, osservarlo, studiarlo, costituisce unoccasione che raramente si presenta ad un medico interessato ai complessi problemi dellinvecchiamento. Ed è per questo che, in qualità di gerontologo, ho voluto intervistare personalmente Domenico Minervino, la persona più vecchia dItalia (tab.) che oggi 10 maggio raggiunge la favolosa età di 110 anni, avvicinandosi al primato italiano di longevità detenuto da Damiana Sette, deceduta nel 1985 alletà di 110 anni e 178 giorni. Il primato mondiale appartiene invece al giapponese Izumi deceduto nel 1986 alletà di 120 anni. La possibilità di incontrare il nonno dItalia mi è stata offerta grazie allinteressamento del dott. Mortorelli, medico che opera a San Sosti e del dott. Mazzei, giovane geriatra di Cosenza ed anche per la gentilezza e disponibilità della famiglia Minervino che ringrazio cordialmente.
Domenico Minervino vive a San Sosti, paesino agricolo di 2500 abitanti in provincia di Cosenza, nella sua casa insieme al figlio unico Francesco di 80 anni, alla nuora, al nipote Domenico di 53 anni che ha avuto cinque figli ed un nipotino di due mesi: nel complesso una bella famiglia di tipo patriarcale, in cui sono rappresentate ben cinque generazioni. Zù Micuzzo, come viene affettuosamente chiamato in paese, ha sempre lavorato nella proprietà agricola acquistata con i risparmi di molti anni di duro lavoro negli Stati Uniti; ha dovuto interrompere lattività lavorativa, per una giustificabile stanchezza, verso i 95 anni ed attualmente la campagna è seguita dal figlio ottantenne Francesco, che però ogni sera, al ritorno dal lavoro, deve aggiornare il padre sullandamento della proprietà. Domenico Minervino non sa precisare sino a che età siano vissuti i genitori, ma riferisce che il fratello Salvatore, che vive a New York, è anche lui longevo avendo raggiunto letà di 107 anni. La vita di nonno Domenico, che è rimasto vedovo circa trentanni fa, è stata sempre caratterizzata da un grande amore per la famiglia in cui crede fermamente e per il lavoro, in proprio ha tenuto a specificare. Ogni giorno, di buon mattino, si recava in campagna, ritornando a casa a sera inoltrata per poter garantire il mantenimento della famiglia perché, ha dichiarato testualmente nonno Domenico, non avevo un posto governativo. Alla domanda di volerci rivelare il segreto della sua eccezionale longevità, lultracentenario ha risposto di aver sempre mangiato cibi genuini ed in particolare legumi, cereali, latte, carne e molta frutta e verdura. Inoltre ha fatto sempre uso di olio di oliva e, ad ogni pasto, ha bevuto un bicchiere di vino prodotto con luva della sua campagna; inoltre non ha mai fumato ed è stato sempre un camminatore instancabile. Fisicamente Domenico Minervino non dimostra più di 90 anni, ha una corporatura snella che è stata una sua costante caratteristica sin da giovane, da qualche anno il peso e la statura si sono sensibilmente ridotti, lamenta la diminuzione della vista e delludito ed ha perduto i denti ad eccezione di uno; inoltre a causa di una marcata debolezza alle gambe, può spostarsi soltanto appoggiandosi al figlio e al nipote. I principali organi ed apparati funzionano abbastanza bene, la pressione arteriosa risulta nei limiti della norma ed in particolare il cervello è molto lucido. Domenico Minervino ha tenuto a sottolineare che non ha mai sofferto di malattie degne di nota e che non ha mai usato farmaci. Delle cinque caratteristiche comuni a più di mille centenari di recente evidenziate da uno studio americano e cioè non eccedere in nessun campo, andare presto a letto la sera ed alzarsi presto al mattino, svolgere un lavoro autonomo con molta libertà personale, appartenere ad una famiglia di longevi, Domenico Minervino ha dimostrato di possederle tutte ed in particolare ha dichiarato di aver sempre avuto una buona capacità di adattamento alle molteplice difficoltà della vita, che ha sempre affrontato con molta calma e serenità; ha anche affermato di non avere particolari rimpianti, di essere stato sempre ottimista e di ritenere la vita degna di essere vissuta in ogni suo attimo. Domenico Minervino, con lautorità che gli deriva dalla sua eccezionale età, ha anche riconosciuto la validità dei consigli che sotto forma di decalogo antisenile, noi geriatri ci sforziamo di diffondere e di far seguire allo scopo di favorire una vita lunga ed in particolare di buona qualità. Alla domanda finale tendente a conoscere quanti anni spera ancora di poter vivere, nonno Domenico ha risposto con molta saggezza ed umiltà che soltanto Dio lo sa, riconoscendo così che anche la longevità è un dono divino al cui completo godimento possono però collaborare leredità trasmessa tramite il patrimonio genetico, lamore, uno stile di vita equilibrato privo di eccessi e, quando necessario, lopera del medico. * Articolo
comparso il 10 maggio 1990 sul quotidiano Gazzetta del Sud |
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Attività 1Completa il Decalogo antisenile con le parole del cruciverba della pagina accanto.
<fare caselle quadrate> CRUCIVERBA
Attività 2 Scopri chi è attualmente la persona più anziana: della tua città, dItalia e del mondo. Aggiorna la tabella Centenari in Italia. |