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SIGMUND FREUD TRE SAGGI SULLA TEORIA SESSUALE
(1905)
Primo saggio. Le aberrazioni sessuali | Secondo saggio. La sessualità infantile | Terzo saggio. Le trasformazioni della pubertà
Col sopraggiungere della pubertà, avvengono trasformazioni destinate
a dare alla vita sessuale infantile la forma normale definitiva. Fin
qui la pulsione sessuale è stata prevalentemente autoerotica; ora trova
un oggetto sessuale. La sua attività è dipesa finora da un certo numero
di pulsioni e di zone erogene separate, che, indipendentemente le une
dalle altre, hanno perseguito un certo tipo di piacere come loro unico
scopo sessuale. Ora, però, appare una nuova meta sessuale, e tutti le
pulsioni componenti si alleano per raggiungerla, mentre le zone erogene
vengono assoggettate al primato della zona genitale. Poiché la nuova
meta sessuale assegna ai due sessi funzioni assai differenti, il loro
sviluppo sessuale diverge ora vistosamente. Quello degli uomini è più
chiaro e più comprensibile, mentre quello delle donne subisce addirittura
una specie d'involuzione. Solo l'esatta convergenza delle due correnti
dirette verso l'oggetto sessuale e la meta sessuale, ossia la corrente
affettuosa e quella sensuale, assicura una vita sessuale normale. E'
come perforare una galleria dalle due parti. Negli uomini la nuova meta
sessuale consiste nell'emissione dei prodotti sessuali. La meta precedente,
ossia il conseguimento del piacere, non le è affatto estranea; anzi,
il culmine del piacere è connesso a questo atto finale del processo
sessuale. L'istinto sessuale si subordina ora alla funzione riproduttiva,
divenendo, per così dire, altruistico. Perché questa trasformazione
riesca è necessario che nel processo si tenga conto delle disposizioni
originarie e di tutte le altre caratteristiche degli istinti. Anche
qui, come in qualunque altra occasione in cui l'organismo dovrebbe a
rigore creare nuove combinazioni e nuovi adattamenti che portano a meccanismi
complicati, ci sono possibilità di disturbi patologici se queste nuove
sistemazioni non sono compiute. Ogni disturbo patologico della vita
sessuale dev'essere a ragione considerato un'inibizione nello sviluppo.
Il fatto che l'eccitamento sessuale possegga il carattere della tensione fa sorgere un problema la cui soluzione non è meno difficile che importante per l'aiuto che può darci a capire i processi sessuali. Nonostante tutte le differenze di opinione che tra gli psicologi regnano sull'argomento, devo insistere sul fatto che una sensazione di tensione comporta necessariamente dispiacere. A tale convinzione sono stato portato dal fatto che una sensazione di questo genere è accompagnata da un impulso a cambiare la situazione psicologica, e che opera in modo pressante, completamente estraneo alla natura del sentimento che accompagna la sensazione di piacere. Comunque, se la tensione dell'eccitamento sessuale è considerata una sensazione spiacevole, ci troviamo immediatamente di fronte al fatto che essa procura indubbiamente anche piacere. In ogni caso in cui è prodotta da processi sessuali la tensione è accompagnata da piacere; anche nelle trasformazioni preparatorie dei genitali si può osservare chiaramente un senso di appagamento di qualche genere. Come conciliare allora la tensione spiacevole e il senso di piacere? Tutto ciò che si riferisce al problema del piacere e del dispiacere tocca uno dei punti dolenti della psicologia moderna. Mi propongo di imparare il più possibile dalle circostanze del caso di cui stiamo parlando, ma eviterò qualsiasi accostamento al problema nel suo complesso. Cominciamo intanto col dare uno sguardo al modo in cui le zone erogene si adattano alla nuova situazione. Esse giocheranno un ruolo importante nell'introdurre l'eccitazione sessuale. L'occhio è forse la zona più lontana dall'oggetto sessuale, ma è anche la zona che, durante la corte fatta a un oggetto, è soggetta a essere la più frequentemente stimolata dalla particolare qualità dell'eccitazione la cui causa, quando nasce da un soggetto sessuale, noi definiamo "bellezza". (Per la stessa ragione i meriti di un oggetto sessuale sono definiti "attrazioni"). Questo stimolo da un lato è già accompagnato dal piacere, mentre dall'altro porta a un aumento dell'eccitamento sessuale o, se ancora è assente, lo crea. Se l'eccitazione ora si estende a un'altra zona erogena, per esempio alla mano, attraverso le sensazioni tattili, l’effetto è identico: da un lato un senso di piacere, rapidamente intensificato dal piacere che sorge dalle trasformazioni preparatorie (nei genitali), e dall'altro una aumentata tensione sessuale, che presto si trasforma nel più ovvio dispiacere se non incontra un ulteriore aumento di piacere. Un altro esempio potrà forse chiarire meglio la cosa. Se in una persona sessualmente non eccitata, la zona erogena (per esempio la pelle del seno femminile) è stimolata dal tocco, allora il contatto produce una sensazione di piacere; ma nello stesso tempo è inteso, più di ogni altra cosa, a svegliare l'eccitazione sessuale che esiga un aumento di piacere. Il problema è di vedere come possa un'esperienza di piacere far nascere un bisogno di piacere maggiore.Tensione sessuale Il ruolo svolto dalle zone erogene nel meccanismo del piacere preliminare é, comunque, chiaro. Ciò che è vero per una zona è vero per tutte. Tutte le zone erogene servono a procurare un certo quantitativo di piacere se stimolate nel modo adeguato. Questo piacere porta ad aumentare la tensione, che a sua volta produce l'energia motoria necessaria alla conclusione dell'atto sessuale. Il penultimo stadio di quest'atto è ancora una volta costituito dall'adeguato stimolo di una zona erogena (la zona genitale stessa, nel glande del pene) da parte dell'oggetto appropriato (la mucosa della vagina); e l'energia motoria ottenuta dal piacere prodotto da questa eccitazione, questa volta per via riflessa, determina l'emissione delle sostanze sessuali. Quest'ultimo piacere è il più intenso, e il suo meccanismo è diverso da quello del piacere precedente. Esso è determinato interamente dall'emissione: è un piacere di completo appagamento e con esso si estingue per il momento la tensione della libido. Ritengo necessario rendere più concreta, differenziandone la nomenclatura, la distinzione tra il piacere dovuto all'eccitazione delle zone erogene e quello determinato dall'emissione delle sostanze sessuali. Il primo possiamo definirlo appropriatamente "piacere preliminare" per distinguerlo dal "piacere terminale" o piacere dell'appagamento tratto dall'atto sessuale. Il piacere preliminare pertanto è quel piacere già prodotto, anche se su scala minore, dall'istinto sessuale infantile; il piacere terminale è qualcosa di nuovo e perciò probabilmente condizionato dalle circostanze assenti prima della pubertà. La formula della nuova funzione delle zone erogene è pertanto la seguente: esse servono a rendere possibile, attraverso il medium del piacere preliminare che vi si può ricavare (come succedeva durante l'infanzia), la produzione del maggiore piacere dell'appagamento. Di recente mi è stato possibile gettar luce su un altro caso, in una sfera della vita psichica del tutto diversa, riguardo a una leggera sensazione di piacere che consente similmente di conseguire un piacere risultante maggiore, e agisce così da "premio di seduzione". Contemporaneamente ho potuto approfondire la natura del piacere (1).Il meccanismo del piacere preliminare Il nesso tra il piacere preliminare e la vita sessuale infantile, comunque, è meglio chiarito dal ruolo patogeno che il primo può giocare. Il conseguimento dello scopo sessuale normale può essere messo chiaramente in pericolo dal meccanismo del piacere preliminare. Questo pericolo sorge se a un certo punto dei processi sessuali preparatori il piacere preliminare appare troppo grande e l'elemento della tensione troppo piccolo. Il motivo di procedere ulteriormente sulla via del processo sessuale allora scompare; si verifica così una brusca interruzione e l'atto preparatorio in questione sostituisce la meta sessuale normale. L'esperienza ha dimostrato che la precondizione di questo evento dannoso è che la zona erogena interessata o il corrispondente istinto componente abbiano già nell'infanzia dato un insolito quantitativo di piacere. Se allora entrano in gioco altri fattori tendenti a determinare una fissazione, può facilmente sorgere successivamente una coazione che si oppone all'incorporazione in un nuovo contesto di questo particolare piacere preliminare. Tale è infatti il meccanismo delle numerose perversioni che consistono in un soffermarsi sugli atti preparatori del processo sessuale. Il fallimento della funzione del meccanismo sessuale dovuto al piacere preliminare è ancor meglio evitato se anche il primato dei genitali è adombrato nell'infanzia; e invero le cose sembrano in realtà messe in modo da determinare questo stato nella seconda metà dell'infanzia (dagli otto anni alla pubertà). Durante questi anni le zone genitali si comportano già quasi come nella maturità; esse diventano la sede delle sensazioni dell'eccitazione e delle trasformazioni preparatorie allorché si ricavi un qualsiasi piacere dell'appagamento di altre zone erogene, sebbene questo risultato non abbia ancora uno scopo: vale a dire, non contribuisce affatto alla continuazione del processo sessuale. Già nell'infanzia, quindi, accanto al piacere dell'appagamento esiste una certa tensione sessuale, anche se meno costante e quantitativamente minore. Possiamo ora capire perché, parlando delle fonti della sessualità, avevamo ugualmente ragione di dire di un dato processo che era sessualmente appagante o sessualmente eccitante. Si sarà notato che nel corso della nostra indagine abbiamo cominciato con l'esagerare la distinzione tra la vita sessuale infantile e quella matura; tuttavia, ora possiamo vedere che non solo le deviazioni dalla vita sessuale normale ma anche la forma normale stessa è determinata dalle manifestazioni infantili della sessualità.Pericoli del piacere preliminare
A parte il fatto che normalmente solo l'emissione delle sostanze sessuali mette fine all'eccitazione sessuale, ci sono altri punti di contatto tra la tensione sessuale e i prodotti sessuali. Nel caso di un uomo che conduca una vita di continenza, l'apparato sessuale, a vari intervalli che, comunque, sono soggetti a leggi, scarica durante la notte le sostanze sessuali; e tale emissione è accompagnata da una sensazione di piacere e avviene durante un sogno che allucina un atto sessuale. E riguardo a questo processo (emissione notturna) è difficile non concludere che la tensione sessuale, che riesce a servirsi della scorciatoia dell'allucinazione come surrogativo dell'atto vero e proprio, è una funzione dell'accumulazione di seme nelle vescicole contenenti i prodotti sessuali. Ciò viene confermato dall'esperienza che noi abbiamo dell'esauribilità del meccanismo sessuale. Se le riserve seminali sono esaurite, non solo è impossibile compiere l'atto sessuale, ma cessa persino la suscettibilità allo stimolo delle zone erogene, la cui adeguata eccitazione non fa sorgere più alcun piacere. Apprendiamo così incidentalmente che anche per l'eccitabilità delle zone erogene occorre un certo grado di tensione sessuale. Questo sembrerebbe confermare, mi pare, l'ipotesi assai diffusa secondo cui l'accumulazione delle sostanze sessuali crea e mantiene la tensione sessuale; si direbbe che la pressione di questi prodotti sulle pareti delle vescicole che li contengono agisca da stimolo sul centro spinale, la cui condizione sarebbe percepita dai centri superiori, creando nella coscienza la nota sensazione di tensione. Se l'eccitazione delle zone erogene accresce la tensione sessuale, questo potrebbe solo far supporre che le zone in questione siano in una connessione anatomica già stabilita con questi centri, che ne accrescano il tono dell'eccitazione. Così, se la tensione sessuale è sufficiente, esse mettono in moto l'atto sessuale, mentre se è insufficiente stimolano la produzione delle sostanze sessuali. Il punto debole di questa teoria, che è accettata, per esempio, da Krafft-Ebing a proposito dei processi sessuali, sta nel fatto che, essendo stata destinata a spiegare l'attività sessuale dei maschi adulti, tiene pochissimo conto degli altri tre gruppi di condizioni che dovrebbe ugualmente saper spiegare. Intendiamo le condizioni nei bambini, nelle donne, e nei maschi evirati. In nessuno di questi tre casi si può parlare di accumulazione di prodotti sessuali nel senso inteso per i maschi, e questo rende difficile una completa applicazione della teoria. Tuttavia possiamo ammettere fin d'ora che è possibile trovare la maniera di consentire anche in questi casi l'applicazione della teoria. Ad ogni modo è consigliabile non dare al fattore dell'accumulazione dei prodotti sessuali più peso di quanto meriti.Parte svolta dalle sostanze sessuali Le osservazioni sui maschi castrati sembrano mostrare che l'eccitazione sessuale possa verificarsi in considerevole misura indipendentemente dalla produzione delle sostanze sessuali. La castrazione talora può non determinare una limitazione della libido, sebbene tale limitazione al cui fine si è eseguita l'operazione, sia il risultato normale. D'altronde, è noto da tempo che malattie che aboliscono la produzione delle cellule sessuali maschili lasciano intatte la libido e la potenza del paziente divenuto sterile. Non è quindi sorprendente, secondo quanto ritiene Rieger, il fatto che la perdita delle ghiandole sessuali maschili nell'adulto possa non aver alcun effetto ulteriore sul suo comportamento psichico. E' vero che se la castrazione è eseguita in tenera età, prima della pubertà, essa consegue pressoché totalmente lo scopo di cancellare i caratteri sessuali; ma anche qui è possibile che il vero problema, a prescindere naturalmente dalla perdita delle ghiandole sessuali, sia un'inibizione (connessa a questa perdita) nello sviluppo di altri fattori.Importanza degli organi sessuali interni Gli esperimenti di asportazione delle ghiandole sessuali (testicoli e ovaie) negli animali, e di trapianto nei vertebrati di ghiandole sessuali di individui dell'altro sesso, hanno finalmente chiarito parzialmente l'origine dell'eccitazione sessuale e hanno allo stesso tempo ridotto ulteriormente l'importanza di una possibile accumulazione dei prodotti sessuali cellulari. Oggi è possibile in via sperimentale (E. Steinach) trasformare un maschio in femmina, e per converso una femmina in maschio. In questo processo il comportamento psicosessuale dell'animale muta secondo e insieme ai caratteri sessuali somatici. Sembra, comunque, che l'influenza che determina il sesso non sia attribuibile a quella parte delle ghiandole sessuali che dà origine alle cellule sessuali specifiche (spermatozoo e uovo), ma al loro tessuto interstiziale, a cui la letteratura dà particolare rilievo indicandolo come la "ghiandola puberale". E' possibilissimo che ulteriori studi dimostrino che questa ghiandola puberale abbia di norma disposizione ermafrodita. Se così fosse, la teoria della bisessualità degli animali superiori verrebbe ad avere un fondamento anatomico. E' comunque probabile che la ghiandola puberale non sia l'unico organo interessato nella produzione dell'eccitazione sessuale e dei caratteri sessuali. Ad ogni modo, ciò che già conosciamo del ruolo svolto dalla ghiandola tiroide nella sessualità, si accorda con questa nuova scoperta biologica. Sembra probabile, dunque, che la parte interstiziale delle ghiandole sessuali produca speciali sostanze chimiche, le quali vengono assorbite dal flusso sanguigno provocando una tensione sessuale in determinate parti del sistema nervoso centrale. (Sappiamo già che altre sostanze tossiche introdotte nel corpo dall'esterno possono determinare un'analoga trasformazione, cioè convertire una condizione tossica in uno stimolo che agisca su un determinato organo). Il problema di come l'eccitazione sessuale sorga dallo stimolo delle zone erogene, quando l'apparato centrale è già carico, e il problema di come nel corso dei processi sessuali sorga l'influsso reciproco tra gli effetti degli stimoli puramente tossici e di quelli fisiologici, non possono essere affrontati nemmeno in via ipotetica allo stato attuale della nostra conoscenza. Ci basti attenerci fedelmente a quanto di essenziale c'é in questa tesi sui processi sessuali: la presunzione, cioè, che sostanze di tipo particolare derivino dal metabolismo sessuale. Questa supposizione apparentemente arbitraria è sostenuta da un fatto che ha ricevuto poca attenzione, ma che merita la più seria considerazione. Le nevrosi che siano dovute solo a disturbi della vita sessuale, mostrano la più grande similarità clinica coi fenomeni di intossicazione e di debilitazione fisica che derivano dall'uso abituale di sostanze tossiche che producono piacere (alcaloidi).Teoria chimica
A quanto detto si deve aggiungere solo questo. La principale zona erogena nelle bambine è circoscritta alla clitoride, ed è dunque omologa alla zona genitale maschile del pene. Tutta la mia esperienza ha mostrato che la masturbazione nelle bambine è sempre in relazione alla clitoride e non alle regioni dei genitali esterni che sono importanti nel successivo funzionamento sessuale. Dubito perfino che una bambina possa essere spinta dall'influenza della seduzione a qualcosa di diverso dalla masturbazione clitoridea. Se ciò accade, è del tutto eccezionale. Le emissioni spontanee dell'eccitamento sessuale che tanto spesso avvengono proprio nelle ragazze si manifestano con spasmi della clitoride. Le frequenti erezioni di tale organo consentono alle ragazze di formarsi una giusta idea, senza alcun insegnamento, delle manifestazioni sessuali dell'altro sesso: esse non fanno altro che trasferire sui ragazzi le sensazioni derivate dai propri processi sessuali. Se vogliamo capire allora come una ragazza si trasformi in donna dobbiamo seguire le ulteriori vicende di questa eccitabilità della clitoride. La pubertà, che porta con sé un così grande aumento di libido nei ragazzi, è caratterizzata nelle ragazze da una nuova ondata di rimozione, che si abbatte proprio sulla sessualità clitoridea. Ciò che viene così colpito dalla rimozione è una parte della sessualità maschile. L'ulteriore pressione del freno sulla sessualità determinata dalla rimozione puberale nelle donne, negli uomini serve da stimolo alla libido aumentandone l'attività. Accanto a questo accrescimento di libido c'é anche un aumento della sopravvalutazione sessuale che appare allora in tutta la sua forza di fronte alla donna che si trattiene e nega la sua sessualità. Quando infine è permesso l'atto sessuale, la clitoride eccitata conserva ancora una funzione: il compito, cioè, di trasmettere l'eccitazione alle adiacenti parti sessuali femminili, proprio come, per fare un esempio, si deve appiccare il fuoco ai trucioli di pino se si vuole far ardere un ceppo più duro. Prima che questa traslazione si compia, deve spesso trascorrere un certo lasso di tempo, durante il quale la giovane donna è frigida. Tale frigidità può diventare permanente se la zona clitoridea si rifiuta di abbandonare la sua eccitabilità, e a questa possibilità la strada è spianata proprio da un'intensa attività di quella zona nell'infanzia. La frigidità nelle donne, com'é noto, spesso è solo apparente e locale. Esse sono frigide per quanto concerne l'orifizio vaginale ma non sono affatto incapaci di eccitamento quando nasca dalla clitoride o anche da altre zone. Accanto a questi determinanti erogeni della frigidità, dobbiamo porre anche i determinanti psichici i quali sorgono anch'essi dalla rimozione. Quando la donna riesce a trasferire la suscettibilità erogena alla stimolazione dalla clitoride all'orifizio vaginale, vuol dire che ha scelto una nuova zona principale per gli scopi della sua futura attività sessuale. La zona principale dell'uomo, invece, resta immutata dall'infanzia. Il fatto che le donne cambino in tal modo la zona erogena principale, insieme con l'ondata di rimozione della pubertà, che, per così dire, accantona la loro mascolinità infantile, sono i determinanti principali della maggiore propensione delle donne alla nevrosi e particolarmente all'isterismo. Questi determinanti, quindi, sono intimamente connessi all'essenza della femminilità.Zone dominanti negli uomini e nelle donne
Ma anche dopo che l'attività sessuale non è più legata all'assunzione del cibo, sopravvive tuttavia una parte importante di questo primo e più significativo di tutti i rapporti sessuali, che aiuta a preparare la scelta di un oggetto e così ristabilire la felicità perduta. Per tutto il periodo di latenza i bambini imparano ad amare quelle persone che li difendono e soddisfano i loro bisogni; questo amore non è che una continuazione del rapporto che da lattanti avevano con la madre. Qualcuno può forse discutere la possibilità di identificare l'affetto e la stima di un bambino per coloro che si occupano di lui con l'amore sessuale. Io penso, però, che un esame psicologico più attento possa stabilire tale identità al di là di ogni dubbio. Il rapporto con chiunque si prende cura di lui offre al bambino un'inesauribile fonte di eccitazione e di soddisfazione sessuale che scaturisce dalle zone erogene. Ciò è particolarmente vero giacché la persona a cui è affidato, che peraltro è generalmente la madre, lo considera con sentimenti derivati dalla propria vita sessuale: lo carezza, lo bacia, lo culla e lo tratta insomma come surrogato di un oggetto sessuale completo (3). Probabilmente una madre sarebbe inorridita se si rendesse conto che tutte le sue manifestazioni d'affetto destano l'istinto sessuale del bambino preparandone la successiva intensità. Lei considera ciò che fa, amore "puro", asessuale, dal momento che, dopo tutto, sta bene attenta a non toccare i genitali del bambino più dell'indispensabile richiesto dalla sua toilette. Com'é noto, però, l'istinto sessuale non si desta solo con la diretta eccitazione della zona genitale. Ciò che chiamiamo affetto un giorno mostrerà immancabilmente i suoi effetti anche sulle zone genitali. Inoltre, se la madre capisse meglio la grande importanza del ruolo giocato dagli istinti nella vita mentale nel suo complesso, cioè in tutti i suoi conseguimenti etici e psichici, si risparmierebbe ogni senso di colpa anche dopo la spiegazione. Lei sta svolgendo soltanto il compito che le spetta, di insegnare al bambino ad amare. Si vuole, peraltro, che egli diventi un uomo forte e capace con vigorosi bisogni sessuali e che compia durante la vita tutte le cose che gli esseri umani sono spinti dagli istinti a fare. E' vero che l'eccessivo affetto dei genitori è nocivo, perché causa una precoce maturità sessuale e anche perché, viziandolo, si rende il bambino incapace in futuro di fare temporaneamente a meno dell'amore o di accontentarsi di averne in misura minore. Una delle indicazioni più chiare che il bambino diventerà in seguito nevrotico è data dalla sua insaziabile domanda di affetto da parte dei genitori. E d'altro canto i genitori nevropatici, portati in genere a dimostrare eccessivo affetto, sono proprio quelli che più probabilmente susciteranno con le loro carezze la disposizione del bambino alle malattie nevrotiche. Diciamo, fra parentesi, che questo esempio mostra l'esistenza di vie più dirette dell'ereditarietà per cui i genitori nevrotici possono trasmettere le proprie malattie ai figli.L'oggetto sessuale nella prima infanzia Gli stessi bambini sin da tenera età si comportano come se la loro dipendenza dalle persone che si curano di loro contenesse qualcosa di sessuale. Da principio nei bambini l'angoscia non è altro che un'espressione del fatto che stanno sentendo la mancanza della persona amata. E per tale ragione hanno paura di ogni estraneo. Hanno paura del buio perché nel buio non possono vedere la persona che amano; e la loro paura si attenua se nel buio possono tenere la mano di tale persona. Attribuire ai fantasmi e alle storie agghiaccianti raccontate dalle bambinaie la colpa del timore dei bambini significa sopravvalutarne l'efficacia. La verità è semplicemente che i bambini proclivi al timore sono colpiti da storie che non riuscirebbero a produrre un'impressione qualsiasi sugli altri, e sono solo i bambini con un istinto sessuale eccessivo e precocemente sviluppatosi o divenuto imperioso a causa dei troppi sbaciucchiamenti ad aver tendenza al timore. Sotto questo aspetto il bambino, trasformando la sua libido in angoscia quando non può appagarla, si comporta come un adulto. Dal canto suo l'adulto diventato nevrotico a causa della sua libido insoddisfatta si comporta nell'angoscia come un bambino: comincia ad aver paura di star solo, cioè lontano da qualcuno il cui amore gli dà un senso di sicurezza, e cerca di calmare questa paura ricorrendo alle misure più infantili (4).Angoscia infantile Vediamo, quindi, che l'affetto dei genitori per il loro bambino può svegliarne prematuramente l'istinto sessuale (cioè prima che compaiano le condizioni somatiche della pubertà) in tal misura che l'eccitazione mentale irrompe in maniera inconfondibile nel sistema genitale. D'altro canto, se sono abbastanza fortunati per evitare ciò, allora il loro affetto può assolvere il compito di indirizzare la scelta dell'oggetto sessuale del bambino che ha raggiunto la maturità. Indubbiamente la strada più semplice per il bambino sarebbe quella di scegliere come oggetti sessuali le stesse persone che sin dall'infanzia ha amato con una sorta di libido soffocata. Ma, rinviando la maturazione sessuale, si è guadagnato tempo perché il bambino possa erigere, tra gli altri freni sulla sessualità, la barriera contro l'incesto, e poter così far propri i precetti morali che escludono espressamente dalla sua scelta dell'oggetto, perché consanguinee, le persone che ha amato nell'infanzia. Il rispetto per questa barriera è essenzialmente una domanda culturale avanzata dalla società. La società si deve difendere contro il pericolo che gli interessi di cui ha bisogno per stabilire le unità sociali superiori possano essere inghiottiti dalla famiglia; e per questo motivo, nel caso di ogni individuo, e in particolare negli adolescenti maschi, cerca con ogni mezzo possibile di allentare i legami con la famiglia, legame che nell'infanzia è l'unico che conti. E' nel mondo delle idee, però, che si compie dapprima la scelta di un oggetto; e la vita sessuale dei giovani che stanno maturando è limitata quasi unicamente alle fantasie, ossia alle idee destinate a non essere realizzate. In queste fantasie tornano invariabilmente ad emergere le tendenze infantili, ma questa volta con la pressione intensificata dalle fonti somatiche. Tra queste tendenze il primo posto è occupato con uniforme frequenza dagli impulsi sessuali che il bambino ha verso i suoi genitori; tali impulsi di regola sono già differenziati a causa dell'attrazione del sesso opposto: il figlio si sente attratto dalla madre e la figlia dal padre (5). Mentre queste fantasie chiaramente incestuose vengono superate e ripudiate, si compie uno dei più significanti ma anche dei più dolorosi episodi psichici del periodo puberale: il distacco dall'autorità dei genitori. Questo è il solo processo che rende possibile l'opposizione, tanto importante per il progresso della civiltà, tra la nuova e la vecchia generazione. Ad ogni stadio di sviluppo attraverso cui dovrebbero passare a rigore tutti gli esseri umani, un certo numero di persone resta indietro; ci sono quindi alcuni che non hanno vinto l'autorità dei genitori verso i quali continuano a rivolgere completamente o quasi il proprio affetto. Per la maggior parte si tratta di ragazze che, con gioia dei genitori, hanno conservato tutto il loro amore infantile ben oltre la pubertà. E' assai istruttivo vedere che proprio queste ragazze da sposate non avranno la capacità di dare al marito quanto gli è dovuto; come mogli sono fredde e sessualmente restano frigide. Questo ci insegna che l'amore sessuale e ciò che sembra essere amore non sessuale per i genitori sono alimentati dalle stesse fonti; il secondo cioè corrisponde semplicemente a una fissazione infantile della libido. Man mano che ci si avvicina ai disturbi più profondi dello sviluppo psicosessuale, più inequivocabile emerge l'importanza della scelta dell'oggetto incestuoso. Negli psiconevrotici l'attività psicosessuale rivolta a trovare l'oggetto resta tutta o in gran parte nell'inconscio come conseguenza per aver ripudiato la sessualità. Le ragazze con un esagerato bisogno di affetto e un orrore altrettanto esagerato delle richieste avanzate dalla vita sessuale sono irresistibilmente tentate da un lato di realizzare nella vita l'ideale dell'amore sessuale, e dall'altro di celare la propria libido dietro un affetto che possano esprimere senza sentirsi in colpa restando legate per tutta la vita all'affetto infantile, al quale tornano nella pubertà, per i genitori, i fratelli o le sorelle. Non è difficile per la psicoanalisi dimostrare a queste persone che esse sono innamorate, nel senso comune della parola, dei loro consanguinei; e questo perché con l'aiuto dei sintomi e delle altre manifestazioni della malattia, la psicoanalisi rintraccia i pensieri inconsci e li traduce in pensieri consci. Anche nei casi di persone, precedentemente sane, che si ammalano dopo un'infelice esperienza d'amore, è possibile dimostrare con certezza che il meccanismo della loro malattia consiste in un ritorno della libido verso coloro che si è preferiti nell'infanzia.La barriera contro l'incesto Neppure la persona che sia stata così fortunata da evitare la fissazione incestuosa della sua libido, riesce a evitarne del tutto l'influenza. Spesso accade che un giovane si innamori seriamente per la prima volta di una donna matura, o una ragazza di un uomo anziano che occupi un posto di autorità; si tratta chiaramente di un'eco della fase di sviluppo di cui abbiamo parlato, dal momento che queste figure possono ridar vita all'immagine della madre o del padre. E' fuori di dubbio che qualsiasi scelta dell'oggetto è basata, anche se meno rigidamente, su questi prototipi. In particolare, l'uomo cerca qualcuno che possa rappresentare l'immagine della madre essendo quella che ha dominato la sua mente sin dalla primissima infanzia; e di conseguenza, se è ancora viva, la madre può provare risentimento per questa nuova versione di sé e accoglierla con ostilità. In considerazione dell'importanza dei rapporti di un bambino coi genitori nel determinare la successiva scelta dell'oggetto sessuale, si può facilmente intendere che qualunque turbamento di questi rapporti produrrà gravissimi effetti sulla sua vita sessuale da adulto. La gelosia nell'innamorato non è mai priva di una radice infantile, o almeno di un rafforzamento infantile. Se tra i genitori avvengono liti o se il matrimonio è infelice, per i bambini sarà preparato il terreno per la più grave predisposizione ai disturbi dello sviluppo sessuale o alle malattie nevrotiche. L'affetto di un bambino per i propri genitori costituisce indubbiamente la traccia infantile più importante che, dopo essere ricomparsa nella pubertà, indica la via alla scelta dell'oggetto; ma non è la sola. Altri punti di partenza aventi la stessa lontana origine consentono all'uomo di sviluppare più di una linea sessuale, basate anche queste sull'infanzia, e di stabilire svariatissime condizioni per la scelta dell'oggetto.Postumi della scelta dell'oggetto infantile Tra i compiti impliciti, la scelta dell'oggetto ha quello di trovare la strada per il sesso opposto. Ma, com'é noto, a ciò non si giunge senza un certo numero di armeggiamenti. Abbastanza spesso i primi impulsi successivi alla pubertà si smarriscono, anche se senza permanenti conseguenze dannose. Dessoir (1894) ha giustamente messo in rilievo la regolarità con cui gli adolescenti (ragazzi e ragazze) stringono delle amicizie sentimentali con gli appartenenti allo stesso sesso. Non c'é dubbio che la forza più intensa che impedisce l'inversione permanente dell'oggetto sessuale sia l'attrazione che i caratteri sessuali di un sesso esercitano sul sesso opposto. Non è questa la sede per chiarire questo punto. Ad ogni modo possiamo dire che questo fattore non è sufficiente da sé a escludere l'inversione; indubbiamente anzi vi contribuisce una varietà di fattori. Tra questi, il più importante è il divieto autoritario imposto dalla società. Ove non sia considerata un crimine, vediamo che l'inversione risponde pienamente alle inclinazioni sessuali di non poche persone. In secondo luogo si può presumere che, nel caso dell'uomo, il ricordo dell'affetto dimostratogli nell'infanzia dalla madre e dalle altre donne che si prendevano cura di lui, contribuisca decisamente a indirizzarne la scelta verso le donne; d'altro canto, la sua esperienza infantile del rapporto competitivo con il padre, il quale lo ha scoraggiato anche dall'attività sessuale, lo allontana da quelli del proprio sesso. Questi due fattori, sono altrettanto validi per le ragazze, la cui attività sessuale è particolarmente soggetta alla vigile sorveglianza della madre. Esse assumono così un atteggiamento ostile verso il proprio sesso che influenza decisamente la scelta dell'oggetto nella cosiddetta direzione normale. L'educazione dei ragazzi da parte di uomini (gli schiavi, nell'antichità) sembra incoraggi l'omosessualità. La frequenza dell'inversione tra l'aristocrazia di oggi è meglio spiegata se si pensa all'impiego dei servitori, come pure al fatto che le madri si prendono minor cura personale dei figli. Nel caso di alcuni isterici si trova che la perdita prematura (per morte, divorzio o separazione) di uno dei genitori, con la conseguenza che il bambino riversa tutto il proprio amore sull'altro genitore, determina il sesso della persona che in seguito sarà scelta come oggetto sessuale, e può così aprire la via all'inversione permanente.Prevenzione dell'inversione
Ogni passo su questa lunga strada dello sviluppo può diventare un punto di fissazione; ogni congiuntura in questa complessa combinazione può essere occasione di dissociazione dell'istinto sessuale, come già si è visto in numerosi casi. Ci restano ora da enumerare i vari fattori interni e esterni, che interferiscono con lo sviluppo, e indicare contro quale punto del meccanismo urta il disturbo derivante da ciascuno di essi. I fattori che enumereremo non possono evidentemente essere tutti di eguale importanza, e dobbiamo perciò aspettarci delle difficoltà nell'attribuire a ciascuno il giusto valore.Fattori che interferiscono con lo sviluppo Prima di tutto dobbiamo menzionare la varietà innata delle costituzioni sessuali, su cui cade probabilmente il peso principale, ma che si possono dedurre ovviamente solo dalle loro ultime manifestazioni e pure allora non sempre con molta certezza. Immaginiamo questa varietà come una preponderanza di questa o quella fonte di eccitazione sessuale, e a nostro parere una differenza del genere nella disposizione troverà sempre espressione nel risultato finale, anche se tale risultato può non oltrepassare i limiti del normale. Indubbiamente si possono anche concepire variazioni nella disposizione originaria tali da dover necessariamente, e senza che vi concorrano altri fattori, condurre allo sviluppo di una vita sessuale normale. Queste variazioni, potremmo definirle "degenerative" e considerarle espressione di degenerazione ereditaria. A tale proposito devo ricordare un fatto notevole. In più della metà dei casi gravi d'isterismo, di nevrosi ossessiva, eccetera, che ho trattato psicoterapeuticamente, ho potuto accertare che il padre del paziente era affetto da sifilide prima del matrimonio, o che c'erano evidenti segni di tare o di paralisi generale, o che l'anamnesi indicava in qualche modo la presenza della sifilide. Vorrei mettere completamente in chiaro il fatto che i bambini divenuti in seguito nevrotici non mostravano alcun segno fisico di sifilide ereditaria, sicché era la loro costituzione sessuale anormale a dover essere considerata l'ultima eco del retaggio sifilitico. Per quanto non intenda asserire che la discendenza da genitori sifilitici sia condizione etiologica invariabile o indispensabile di una costituzione nevropatica, sono tuttavia dell'opinione che la coincidenza osservata non è né accidentale né trascurabile. Le condizioni ereditarie nel caso dei pervertiti positivi non sono altrettanto note, poiché questi sanno come eludere l'indagine. Tuttavia ci sono buone ragioni per supporre che quello che vale per le nevrosi valga anche per le perversioni. Infatti non è raro trovare nella stessa famiglia perversioni e psiconevrosi. Qui generalmente i membri maschi della famiglia, o uno di essi, sono pervertiti positivi, mentre le donne, fedeli alla tendenza alla rimozione propria del loro sesso, sono pervertite negative, ossia isteriche. Ciò costituisce una valida prova delle sostanziali connessioni esistenti tra le due forme di perturbamento morboso.Costituzione ed ereditarietà D'altro canto, non è possibile condividere l'opinione secondo cui la forma che prenderà la vita sessuale è decisa inequivocabilmente una volta per tutte, con la nascita delle diverse componenti della costituzione sessuale. Al contrario, il processo determinante continua, e sorgono ulteriori possibilità a seconda delle vicissitudini delle correnti di sessualità tributarie che sorgono dalle loro diverse fonti. E' chiaramente questa ulteriore modificazione a determinare il risultato decisivo, e le costituzioni che si potrebbero definire identiche possono però condurre a tre risultati finali differenti. 1. Se il rapporto tra tutte le diverse disposizioni - rapporto che presumeremo anormale - permane e diventa più forte nella maturità, il risultato non può essere che una perversione della vita sessuale. L'analisi delle disposizioni costituzionalmente anormali di questo genere non è stata ancora seriamente intrapresa. Ma conosciamo già casi facilmente spiegabili su simile base. Quelli che hanno scritto sull'argomento hanno affermato, per esempio, che la precondizione necessaria di tutta una quantità di fissazioni perverse consiste in una debolezza congenita dell'istinto sessuale. Così come viene esposta, la tesi mi sembra insostenibile. E' però valida, se ci si riferisce alla debolezza costituzionale di un particolare fattore dell'istinto sessuale, ovvero alla zona genitale la quale si assume il compito di unificare le diverse attività sessuali ai fini della riproduzione. Infatti se la zona genitale è debole, questa unificazione, che dovrebbe verificarsi alla pubertà, è condannata a fallire, e la più forte delle altre componenti della sessualità ne continuerà l'attività ma come perversione. 2. Rimozione. Si giunge invece a un diverso risultato se nel corso dello sviluppo alcune componenti della disposizione eccessivamente forti sono sottomesse al processo di rimozione (il che, non sarà inutile ribadirlo, non equivale alla loro abolizione). Se ciò avviene, l'eccitazione in questione continua a essere generata come prima; ma esse (le componenti) non riescono a raggiungere la meta a causa dell'ostruzione psichica e vengono deviate negli altri numerosi canali fino a manifestarsi come sintomi. Si può avere così una vita sessuale pressoché normale - anche se di solito limitata - ma con una malattia psiconevrotica. L'indagine psicoanalitica dei nevrotici ci ha reso familiari questi particolari casi. La loro vita sessuale comincia come quella dei pervertiti e una considerevole parte della loro infanzia è occupata dall'attività sessuale perversa che talvolta continua anche nella maturità. Abbiamo allora un'inversione dovuta alla rimozione, generata da cause interne (di solito prima della pubertà, ma a volte anche molto dopo). Da questo momento in poi la nevrosi sostituisce la perversione, pur senza la scomparsa dei vecchi impulsi. Ci viene in mente il proverbio "Junge Hure, alte Betschwester" (da giovane puttana, da vecchia monaca), solo che qui la giovinezza è stata di assai breve durata. Il fatto che nella stessa persona la perversione possa essere sostituita dalla nevrosi, come pure il fatto, già ricordato, che la perversione e la nevrosi possono distribuirsi tra i diversi membri della stessa famiglia, corrisponde alla tesi che la nevrosi è il negativo della perversione. 3. Sublimazione. Il terzo risultato alternativo di una disposizione costituzionale anormale è reso possibile dal processo di sublimazione. Questa fa in modo che le eccitazioni eccessivamente forti derivanti da particolari fonti di sessualità trovino uno sbocco e un impiego in altri campi, sicché da una disposizione in se stessa pericolosa risulta un considerevole aumento dell'efficienza psichica. Questa è una delle origini dell'attività artistica; e, secondo la completezza o incompletezza della sublimazione, l'analisi caratteriologica di un individuo altamente dotato, e in particolare di un individuo avente una disposizione artistica, può rivelare un misto, in tutte le proporzioni, di efficienza, perversione e nevrosi. Possiamo trovare una sottospecie di sublimazione nella repressione dovuta alla formazione reattiva, che, come abbiamo visto, comincia nel periodo di latenza di un bambino e può durare nei casi favorevoli anche per tutta la vita. Ciò che abbiamo definito "carattere" di una persona è costruito in misura considerevole col materiale delle eccitazioni sessuali ed è composto di istinti già fissati sin dall'infanzia, di costruzioni ottenute per mezzo della sublimazione e di altre costruzioni impiegate per controllare efficacemente gli impulsi alla perversione riconosciuti inutilizzabili. La disposizione sessuale alla perversione multiforme dell'infanzia può di conseguenza considerarsi la fonte di un certo numero delle nostre virtù, nella misura in cui attraverso la formazione reattiva ne stimola lo sviluppo (7). Sul corso dello sviluppo sessuale, nessun'altra influenza può avere un'importanza simile a quella delle spinte sessuali, sulle ondate della rimozione e delle sublimazioni; di questi ultimi due processi le cause più profonde ci sono del tutto ignote. Si potrebbero forse ritenere le rimozioni e le sublimazioni parte della disposizione costituzionale, considerandole sue manifestazioni nella realtà; e chiunque lo faccia ha ragione di asserire che la forma definitiva assunta dalla vita sessuale è innanzitutto il risultato della costituzione congenita. Non si può, comunque, discutere il fatto che un influsso reciproco dei fattori di questo genere lasci spazio agli effetti modificanti degli avvenimenti accidentali dell'infanzia e successivi. Non è facile calcolare nel rapporto reciproco l'efficacia dei fattori costituzionali e accidentali. In teoria si è sempre propensi a sopravvalutare i primi; la pratica terapeutica invece esalta l'importanza dei secondi. Non si dovrebbe però per nessun motivo dimenticare che la relazione tra i due è di cooperazione e non di esclusione reciproca. Il fattore costituzionale deve passare attraverso le esperienze prima che possa aver effetto; il fattore accidentale a sua volta, perché entri in funzione, deve avere una base costituzionale. Per comprendere la maggioranza dei casi possiamo immaginare ciò che abbiamo descritto come una "serie complementare", dove la perdita di intensità di un fattore è controbilanciata dall'aumento di intensità dell'altro; non c'é però alcun motivo per negare l'esistenza di casi estremi in testa e in coda alla serie. Saremo ancora più aderenti alla ricerca psicoanalitica se tra i fattori accidentali daremo un posto di preferenza alle esperienze della prima infanzia. La singola serie etiologica si divide allora in due parti, che potremo rispettivamente chiamare disposizionale e definitiva. Nella prima la costituzione e le esperienze accidentali dell'infanzia agiscono con azione reciproca così come la predisposizione e le successive esperienze traumatiche nella seconda. Tutti i fattori che danneggiano lo sviluppo sessuale presentano i loro effetti determinando una regressione, ossia un ritorno a fasi anteriori dello sviluppo. Riprendiamo ora il compito di enumerare i fattori che, si è visto, esercitano un'influenza sullo sviluppo sessuale, siano essi forze operative in se stessi, siano semplicemente manifestazioni di tali forze.Esperienze accidentali Un fattore simile è la precocità sessuale spontanea. Di esso quanto meno si può dimostrare con certezza la presenza nell'etiologia delle nevrosi, per quanto, come gli altri fattori, non sia in se stessa una causa sufficiente. Si manifesta nell'interruzione, nell'abbreviazione o nella cessazione del periodo di latenza infantile; ed è causa di disturbi perché provoca manifestazioni sessuali che, a causa delle inibizioni sessuali incomplete da un lato, e del sistema genitale non sviluppato dall'altro, sono destinate ad assumere la forma di perversioni. Queste tendenze alla perversione in seguito possono permanere come tali o, dopo la rimozione, diventare le forze motorie dei sintomi nevrotici. Comunque sia, la precocità sessuale rende più difficile il tanto auspicato successivo controllo dell'istinto sessuale da parte delle forze psichiche superiori, e accresce la qualità impulsiva che, oltre tutto, caratterizza le rappresentazioni psichiche dell'istinto. Spesso la precocità sessuale corre parallela allo sviluppo intellettuale precoce e, così legata, si può trovare nella storia dell'infanzia delle persone di grandissima levatura e capacità; sotto tali condizioni i suoi effetti non sembrano essere così patogeni come quando essa appare da sola.Precocità Insieme con la precocità meritano attenzione anche altri fattori che potremo definire temporali. Sembra che l'ordine in cui entrano in attività i vari impulsi istintuali sia determinato filogeneticamente; e così viene determinato anche l'arco di tempo durante il quale essi riescono a manifestarsi prima di soccombere agli effetti di qualche nuovo impulso istintuale o a qualche rimozione tipica. Sembra però che ci siano delle variazioni e nella successione temporale e nella durata, e che queste variazioni debbano esercitare un'influenza determinante sul risultato finale. Non può essere una cosa senza importanza se una data corrente compare prima o dopo una corrente che scorre nel senso opposto, poiché l'effetto di una rimozione non può essere annullato. Le divergenze nella successione temporale in cui si uniscono le componenti, danno invariabilmente risultati diversi. Dal canto loro gli impulsi istintuali, particolarmente intensi, spesso hanno corso sorprendentemente breve, come ad esempio l'attaccamento eterosessuale di persone che più tardi diventeranno omosessuali manifesti. Non c'é alcuna giustificazione di temere che le tendenze che si presentano con grande violenza nell'infanzia domineranno in modo permanente il carattere dell'adulto, anzi, è altrettanto probabile che scompaiano e facciano luogo alla tendenza opposta ("Gestrenge Herren regieren nicht lange": "Duro regnante ha breve regno"). Non ci è possibile dare più di un cenno delle cause di questi disturbi temporali del processo di sviluppo. A questo punto si apre davanti a noi la prospettiva di tutta una serie di problemi biologici, e forse anche storici, che non abbiamo nemmeno sfiorato.Fattori temporali L'importanza di tutte le prime manifestazioni sessuali è accresciuta da un fattore psichico di origine sconosciuta, che, si deve ammettere, per il momento possiamo solo esporre come un concetto psicologico provvisorio. Mi riferisco al fatto che, per spiegare la situazione, è necessario presumere la caratterizzazione di queste prime impressioni sessuali nel senso di una accresciuta persistenza o suscettibilità alla fissazione, in quelli che in seguito diverranno nevrotici o pervertiti. Infatti le stesse manifestazioni sessuali precoci, nelle altre persone, non riescono a produrre un'impressione così profonda; esse non tendono in modo coercitivo alla ripetizione né stabiliscono la strada che prenderà l'istinto sessuale per tutta la vita. Questa persistenza delle prime impressioni si può spiegare forse parzialmente con un altro fattore psichico che non dobbiamo trascurare nella causa delle nevrosi, ossia la preponderanza nella vita psichica delle tracce mnestiche rispetto alle impressioni recenti. Questo fattore dipende ovviamente dall'educazione intellettuale e aumenta in proporzione al grado di cultura dell'individuo. Il selvaggio invece è stato definito "Lo sfortunato bambino del momento" ("das unglückselige Kind des Augenblickes) (8). A causa della relazione inversa tra la civiltà e il libero sviluppo della sessualità, le cui conseguenze si possono scorgere fin nella struttura della nostra esistenza, il corso preso dalla vita sessuale di un bambino ha poca importanza per la vita futura là dove il livello sociale o culturale è relativamente basso, ma ne ha molta dove questo livello è relativamente alto.Persistenza delle prime impressioni Fissazione Il terreno preparato dai fattori psichici che abbiamo appena elencato, offre una solida base a quegli stimoli della sessualità infantile esperimentati accidentalmente. Questi ultimi (anzitutto la seduzione da parte di altri bambini o di adulti) forniscono il materiale che, con l'aiuto dei primi, potrà fissarsi come disturbo permanente. Una buona parte delle deviazioni dalla vita sessuale normale, che più tardi si potranno osservare tanto nei nevrotici quanto nei pervertiti, viene pertanto fissata sin dall'inizio dalle impressioni dell'infanzia, periodo questo considerato privo di sessualità. Le cause vanno divise tra una costituzione arrendevole, la precocità, la caratteristica dell'aumentata persistenza delle prime impressioni e lo stimolo accidentale dell'istinto sessuale da parte di influenze estranee. Da queste indagini circa i disturbi della vita sessuale, si giunge all'insoddisfacente conclusione che si sa troppo poco dei processi biologici che costituiscono il fondamento della sessualità per poter costruire, con le nostre informazioni frammentarie, una teoria atta a capire sia le condizioni patologiche che quelle normali. Primo saggio. Le aberrazioni sessuali | Secondo saggio. La sessualità infantile | Terzo saggio. Le trasformazioni della pubertà Note al terzo saggio NOTA 1: Si veda il mio
volume "Il motto di spirito" apparso nel 1905. Il "piacere
preliminare" conseguito mediante il lavoro del motto di spirito
serve a liberare un piacere maggiore derivato dalla rimozione delle
inibizioni interne. |